Conte è tifoso ed è irritato da Spadafora che annunciava “larga la soglia e stretta la via” per la ripresa.Tutti contro Lotito “er cinico” ma, oltre ad essere virologo, ha sempre abbracciato una filosofia condivisa da altri e di cui non solo lui ne è portavoce.

L’ultima dichiarazione del Presidente della FIGC è stata per molti clamorosa:

 «Finché sarò presidente della Figc, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano». 

Non molla, nonostante le ultime indicazioni  dal ministro dello Sport vadano nella direzione di una ripresa ormai quasi impossibile della stagione 2019/20.  Il danno economico in caso di mancata ripartenza sarebbe devastante.   

Eh già, si parla sempre di soldi, ma signore e signori, vi rivelo un segreto: la visione romantica di una palla che rotola in mezzo al campo, è riservata solo a noi tifosi.

Gravina prende una posizione nettamente contraria a quella di Spadafora poiché il pallone non smuove solo gli ingaggi milionari dei calciatori, ci sono altri 300 mila, la “bassa manovalanza”, che rischia di rimanere fuori.

Come molti di noi vivono l’angoscia di uno “stato precario”.

Le mensilità stanno già saltando tutte. Tanta gente per raggiungere uno stipendio medio è chiamata a fare l’equilibrista, ma come fai se non hai una corda si cui camminare?

Adesso stiamo cadendo tutti giù per terra. E ve lo dice una “equilibrista” , non vi sto a raccontare però le paure di chi sta peggio di me, le ansie dei mutui o di una famiglia da mantenere.

Il calcio è un compartimento del nostro Paese che produce reddito e non solo la parte patinata.

Parliamo di “liberazione” dal coronavirus”,ma oramai lo abbiamo capito tutti: finché non esisterà un vaccino, il COVID 19 non sparirà.

Diventa indispensabile ragionare su protocolli che siano in grado di limitare il rischio, ma fino alla comparsa di un vaccino non si puo’ semplicemente chiudere baracca e burattini. E questo non riguarda il calcio, riguarda tutto il mondo.Tutto, proprio come il calcio, rischia un botto, uno schianto a terra senza precedenti.

Nessuno sa se per la prossima stagione il pallone potrà essere salvato e con lui i più incerti, qualche mutuo, qualche cassintegrato. 

Si riprende… Non si riprende… Nessuno vuole assumersi la responsabilità di decidere.

Non voglio nemmeno sottolineare quanto sia “basso” questo valzer di accuse, liti, dichiarazioni contro chi che sia.

Ognuno pensa a sé e poi c’è chi è stanco. Gravina, come Lotito, sa che non si può firmare la “morte del calcio”

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